
Il sito archeologico
IL SITO ARCHEOLOGICO
Venosa sorse nel 291 a.C. come colonia latina, sui resti di un antico abitato sannita. Il vecchio sistema stradale è ancora leggibile nel tessuto urbano attuale che ricalca l’impianto romano.
Il parco archeologico di Venosa è un sito particolarmente interessante perché vi si leggono i segni di epoche e periodi diversi.
Nel periodo repubblicano si sviluppa una edificazione intensa, in particolare dopo la guerra sociale (90-89 a.C.). Risalgono invece all’età imperiale i più importanti interventi pubblici, come la costruzione dell’acquedotto, cui seguirono l’anfiteatro e le terme.
Quelle di Venosa erano terme pubbliche. Nel parco archeologico sono oggi riconoscibili vari ambienti, quali lo spogliatoio, il frigidarium, il tepidarium e il calidarium. Soprattutto – questa la particolarità del sito venosino – è ancora ben visibile il sistema di riscaldamento, caratterizzato dalle suspensurae, pilastri di mattoni su cui veniva rialzato il pavimento e attraverso i quali passava l’aria (riscaldata nei forni): un sistema antesignano dei riscaldamenti a pavimento!
Nel parco sono evidenti anche i resti di alcune importanti residenze, in cui è possibile riconoscere ambienti abitativi, spazi esterni destinati alle botteghe, bellissimi pavimenti musivi. Una delle aree più interessanti è quella in cui sorgono i resti di un complesso episcopale del V secolo d.C., con due vasche battesimali. Il dato è interessante per la presenza, a circa un chilometro di distanza, delle catacombe ebraiche: le due comunità, dunque, convissero nella stessa località.
Al termine del Parco archeologico è visibile l’Incompiuta, il complesso mai terminato voluto per ampliare la chiesa della Santissima Trinità. Fu Roberto il Guiscardo che volle rendere il complesso monastico una vera e propria immagine monumentale della sua famiglia Altavilla. L’allargamento della chiesa fu avviato attraverso la pratica del recupero di materiali costruttivi di epoche precedenti, sottratte ad antiche strutture.
Alla stagione normanna seguì, nel XII secolo, un periodo di rinnovato splendore durante il quale furono effettuati alcuni lavori di ampliamento. Ma questa struttura è rimasta “Incompiuta” e con tale nome è stata consegnata alla storia.